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Villa Napoleonica, restyling storico

Published on: 23 aprile 2011
Lo scorso ottobre Villa Napoleonica, parte del Centro Congressi Ville Ponti di Varese, ha riaperto ai planner dopo un intervento di riqualificazione durato un anno, che ha reso più funzionali gli spazi.
Un anno di lavori e un investimento di circa tre milioni e mezzo di euro hanno dato a Varese un appeal in più in ottica mice. La Villa Napoleonica, parte del complesso del Centro Congressi Ville Ponti, è stata infatti protagonista di un intervento di ristrutturazione e riqualificazione durato dal giugno del 2007 sino allo scorso autunno, in tempo per festeggiarne il debutto in concomitanza con i campionati mondiali di ciclismo che si sono appunto svolti nel capoluogo lombardo. La location, di proprietà della locale Camera di Commercio che ne ha finanziato il recupero, presentava potenzialità inespresse, seppur frutto di un precedente intervento risalente agli anni Settanta, oggi diventate realtà grazie ai lavori realizzati e diretti da Tecnocamere, società consortile delle Camere di Commercio. L’edificio, da sempre dedicato a conferenze e meeting, è stato così ripensato con innesti che ne esaltano il valore storico, potenziando anche l’offerta per i planner: otto sale di cui tre modulabili, da 14 a 400 posti e dotazioni tecnologiche all’avanguardia, come, per esempio, videoproiezione in alta definizione e sistemi audio di alto livello. Il tutto salvaguardando e, anzi, valorizzando, il patrimonio artistico. Villa Napoleonica, infatti, venne eretta nel XVII secolo per essere poi acquistata nel 1838 dalla famiglia Ponti al fine di farne la propria a residenza estiva, mentre nel 1859 venne scelta da Giuseppe Garibaldi come quartier generale da cui dirigere le operazioni della Battaglia di Varese, conclusasi con la sconfitta del Generale Urban e la liberazione dagli austriaci. Denominata Villa Napoleonica, in omaggio allo stile architettonico di riferimento, la struttura internamente conserva un’ala originale con affreschi e mobili d’epoca, scenario ideale per eventi di livello. "Rispetto e innovazione
Ma come si sono svolti i lavori per rendere la venue up to date con i nuovi bisogni del congressuale? Ne parliamo con l’ingegnere Andrea Giaretto, direttore dei lavori. «I nostri interventi sono stati ispirati da due linee guida: il restauro conservativo delle parti storiche e il contestuale inserimento degli impianti tecnici e tecnologici necessari per rendere competitiva la location, collocandola ai più elevati standard di offerta in ambito congressuale. Chiaramente non è stato semplice: dovevamo coordinare le esigenze moderne, sempre più elevate negli standard, con i limiti oggettivi che una struttura d’epoca impone. Proprio per questo il confronto con la Sovrintendenza ai Beni Architettonici e Ambientali è stato molto frequente, sia in fase progettuale, sia in fase esecutiva: l’intento era quello di individuare gli interventi più opportuni, resi poi felicemente attuativi anche grazie all’opera di un’impresa che ha saputo ben lavorare sul manufatto». In quali occasioni la storicità è diventata “un ostacolo” da superare? «Penso, per esempio, all’aspetto della limitazione del diffondersi dell’umidità capillare di risalita lungo le mura. In questo senso siamo intervenuti con un sistema a compensazione di carica che sfrutta il principio del campo elettrico. Una soluzione efficace che, però, ha previsto l’inserimento nelle murature di barre di acciaio tenendo conto della presenza di elementi decorativi come i bugnati. Anche la realizzazione di dotazione tecniche per le sale Spotorno e Manica Lunga, ricche per affreschi e fregi, è stata fatta in modo da non “interferire” con il patrimonio artistico e sfruttando, così, cavedi e passaggi dei sottottetti già esistenti». Qual è oggi il fiore all’occhiello di Villa Napoleonica? «L’elemento probabilmente più forte dal punto di vista architettonico è la copertura in vetro strutturale sospesa a una struttura di travi forate in acciaio che abbiamo realizzato per coprire quello che si presentava come un cortile a cielo aperto. In questo modo abbiamo restituito all’edificio una superficie fruibile di circa 400 metri quadrati che, in virtù della scelta dei materiali, garantisce non solo abbondante luce naturale, ma anche la riduzione dei consumi energetici, non disperdendo il calore in inverno e filtrando i raggi solari in estate»." E quali sono i numeri per il mice? «La studiata commistione tra antico e moderno - prosegue Giaretto - ha portato alla ridefinizione del layout interno con la creazione, al piano terra, di una sala da 400 posti che, allestita con poltrone in pelle nera, è dotata di grandi schermi, videoproiettori, reception, sala regia, tavolo per relatori e bar. Al primo piano, poi, un’ampia superficie di 400 metri quadrati si presenta come un unico open space arredato con pezzi di design e suddivisibile, nella zona a nord, in tre salette indipendenti modulari accorpabili. Sul medesimo piano incontriamo anche una sala riunioni di medie dimensioni realizzata ex novo, salette per board meeting e la Sala Spotorno, accessibile anche dall’esterno, dove sono stati recuperati gli affreschi ammalorati e il pavimento originale in legno. Al secondo piano, poi, sulla balconata che guarda sul piano sottostante, si affacciano una sala riunioni di circa 20 metri quadrati e due salette per corsi di formazione e sottocommissioni. Al secondo livello del medesimo piano si trova Sala Manica Lunga anch’essa posizionata nel volume più antico del fabbricato: anche qui, oltre ad aver inserito moderna tecnologia contemporanea, è stato rifatta la pavimentazione d’epoca, utilizzando i tasselli originali in rovere dopo averli rimossi e levigati». Come avete affrontato il tema dell’illuminazione? «Nella Sala Spotorno abbiamo mantenuto i lampadari originali, cambiando, tuttavia, l’impianto elettrico; nella sala maggiore sono state invece posate lampade fluorescenti a incasso che permettono la creazione di scenari luminosi, mentre nella Sala Manica Lunga sono stati utilizzati corpi illuminanti sospesi». Una location a misura di planner, dunque? «Sicuramente, ma non solo. Abbiamo affrontato un impegno progettuale non indifferente, alla luce delle caratteristiche della villa, per garantirne accesso e fruibilità a tutti gli ambienti anche da parte di persone diversamente abili installando, per esempio, tre ascensori». "Tris di offerta
Villa Napoleonica è una delle tre venue che compongono il Centro Congressi Ville Ponti, circondato da un ampio parco. I planner che intendono pianificare eventi nella “città giardino”, a 40 chilometri da Milano e 20 da Malpensa, possono infatti contare anche su Villa Andrea (collegata in fibra ottica con Villa Napoleonica) e le Sellerie. La prima, edificata a partire dal 1858, conserva splendidi affreschi di scuola lombarda, stucchi, arredi preziosi, lampadari in bronzo e vetri di Murano che creano una cornice sontuosa per eventi a cui si voglia garantire un impatto di charme. Il piano terra può accogliere appuntamenti sino a 70 e 120 persone rispettivamente nel salone Carlo Emanuele e nella Sala Bestini, mentre gruppi più ristretti possono valersi della Sala della Marchesa, Sala Ettore Ponti e delle quattro sale del primo piano. Ma la punta di diamante di Villa Andrea è, al secondo piano, il salone per congressi sino a 200 delegati, a cui si accede attraverso una hall ottagonale, dove trovano spazio allestimenti per rinfreschi, buffet e coffee break. Completano la struttura le Sellerie, antiche scuderie ristrutturate che accolgono una sala da 100 posti e tre da 40.
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Categories: Primo Piano

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