Da fortezza a relais
Published on: 23 aprile 2011
Oltre tre anni di meticolosa ristrutturazione hanno mutato la destinazione d’uso di Rocca Civalieri. La location, immersa nelle terre piemontesi del Monferrato, dispone oggi di sei sale per eventi.
Immaginiamo la quiete della campagna del Monferrato, in un susseguirsi di dolci colline. In un paesaggio che evoca tranquillità e ben si presta a ispirare la concentrazione necessaria per seminari e corsi di formazione apre, a fine maggio, Relais Rocca Civalieri, location nata dalla volontà dei proprietari di dare nuova vita a una fortezza risalente al XIV secolo. Un’importante ristrutturazione durata tre anni ha permesso di trasformare quella che fu una tenuta con destinazione d’uso rurale e agricolo in una venue che oggi può offrire ai planner 29 camere, sei sale convegni e un ampio centro benessere di ultima generazione.
"Nuova vita
Ecco dunque che l’attuale quattro stelle piemontese trae luce da un perfetto connubio di stili che fondono la maestosità delle strutture medievali con le linee essenziali del design contemporaneo. Una sfida progettuale curata dall’architetto Armando Baietto, dello studio Baietto Battiato Bianco Architetti Associati di Torino. Come è stato concepita la riqualificazione della struttura? «La premessa da fare è che l’eterogeneità dei corpi di fabbrica e la loro organizzazione spaziale hanno orientato la ricerca compositiva verso la realizzazione di un luogo che avesse connotazioni chiaramente riconoscibili, a partire dai valori preesistenti architettonici e ambientali» esordisce Baietto. «Le scelte formali dell’impianto e delle misurate addizioni appartengono così a un repertorio semantico coerente con la preesistenza, da scoprire attraverso una lettura unitaria del complesso e del suo paesaggio. Sono infatti convinto che le suggestioni più forti vengano proprio da un’architettura ispirata ai valori geografici dei luoghi e della natura». Nel dettaglio, come si è concretizzato questo pensiero? «L’esigenza di un complesso organico, articolato nelle diverse possibili funzioni ma unitario nell’insieme e nella concezione distributivo-spaziale, ha suggerito la realizzazione di nuovi percorsi distributivi e di una base-avancorpo, collegata alla preesistenza antica e raccolta attorno a una nuova corte aperta verso l’ingresso principale del centro. La corte centrale, definita da una leggera struttura lignea, disegna poi uno spazio raccolto e immediatamente riconoscibile su cui si affacciano le diverse unità per gli ospiti: è il luogo di integrazione fra pubblico e struttura ricettiva, occasione quotidiana di scambio di relazioni e di esperienze». E per quanto riguarda la dimora vera e propria? «La villa, riferimento-simbolo del centro e preesistenza aulica, ospita oggi le attività di rappresentanza e le funzioni con maggiori esigenze in termini di qualità spaziali. Un avancorpo posto alla base del loggiato, nobilita il basamento: un’addizione, questa, che risolve anche aspetti di carattere distributivo, abbracciando l’edificio che ospita il centro benessere». Continua l’architettto «Va precisato che gli interventi di trasformazione della struttura antica sono ridotti all’essenziale e le destinazioni previste sono fra loro sinergiche e intercambiabili in modo da rendere molto flessibile l’uso dello spazio. Ecco, allora, che, al piano terra, oltre alle funzioni di hall, reception, bar e ristorante, sono collocate sale comuni di rappresentanza e accoglienza, mentre al primo piano, per la cui pavimentazione è stato utilizzato il cotto originale, sono previste le sale polifunzionali (convertibili in sala ristorante grazie ad aree office direttamente collegate con la cucina a piano terra) compresa anche una grande sala di rappresentanza con annesso foyer direttamente accessibile dall’esterno. Al secondo piano, poi, si incontrano otto stanze, di cui due suite con soppalco». Dove sono state ricavate le altre camere? «È l’antica porzione rurale a completare la struttura ricettiva, ospitando 21 camere comprese alcune junior suite. Qui l’edificio, articolato su due piani, è caratterizzato da una manica semplice a “L” la cui distribuzione avviene attraverso un corpo aggiunto formalmente autonomo con funzione di accesso alle stanze». In fase di progettazione qual è stata la scelta più sofferta? «A dire la verità non abbiamo dovuto affrontare difficoltà particolari, se non quella di rifare la scala principale, perché non rispondeva alle esigenze della nuova destinazione. Ecco quindi che ci siamo orientati su una soluzione che prevede una scala “staccata” dalle pareti antiche ed evidenziata con un “nastro” in cemento armato a vista».
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"Lavoro con atmosfera
La conversione di Rocca Civalieri ne fa anche una risorsa per il mice, grazie alla presenza di un centro congressi che, disposto lungo sei sale in grado di accogliere da 20 a 80 persone, può ospitare eventi di medie dimensioni per un totale di 240 posti a platea. Come è stata concepito il centro convegni? Ci risponde sempre l’architetto Baietto: «Il fascino di questa struttura è proprio quello di conservare i valori del passato in una nuova destinazione d’uso: le attenzioni del progetto sono state così rivolte a evitare omologazioni formali e concettuali che avrebbero cancellato le qualità dell’edificio antico. Nel dettaglio, l’illuminazione delle sale con cassettonato è stata realizzata con corpi senza armatura, portati da cavi tesati, e gli arredi sono molto eterogenei: oggetti contemporanei e appartenenti a produzioni di grande qualità dialogano così con mobili e oggetti di famiglia, collezionati nel tempo. Anche per quanto riguarda la modulazione degli spazi è stata rigorosamente ripercorsa la distribuzione antica: sono le nuove funzioni che si adattano all’edificio pre-esistente e non il contrario. Questa lettura appartiene alla nostra formazione ed è riscontrabile in ogni altra nostra opera; la forma è un carattere permanente dell’architettura, mentre la funzione può cambiare nel tempo».
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"Benessere, anche in tavola
Il nuovo relais ha anche le risorse per coccolare i propri ospiti, strizzando così l’occhio agli incentivandi. Un esempio è il centro benessere, il cui punto di forza è l’innovativa vasca Nuvola: qui il corpo si trova sospeso sull’acqua, ricreando il caldo abbraccio del grembo materno. La sensazione è quella di perdita di gravità corporea che garantisce il rilassamento dei muscoli, favorito anche da microstimolazioni a livello lombare e dalla cromoterapia. Chi vuole fermare il tempo può poi seguire programmi su misura con trattamenti studiati sulla base di Vitality Test Antiage per combattere stress ossidativi, invecchiamento e rughe, mentre il relax è garantito da massaggi: da quelli che rimandano alle antiche discipline a quelli di ultima generazione come la radiofrequenza, idromassaggi rigeneranti e docce emozionali a cui far seguire una pausa rigenerante a bordo della piscina. E il percorso benessere può continuare anche a tavola. Lo chef del ristorante (50 coperti), che propone cucina piemontese rivisitata in chiave moderna, mette infatti a punto un programma alimentare e dietetico personalizzato che, pur non sacrificando i piaceri del palato, valorizza ed esalta l’esperienza della remise en forme.
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Categories: Primo Piano